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Febbraio

 Lettera di febbraio                        Saronno 16 febbraio 2010

 

Cari soci ed amici simpatizzanti,                                                                                                         

con questa lettera mensile vorrei condividere con voi l’esperienza vissuta in terra d’Israele dal 22 al 26 gennaio scorsi, dove, con don Rodolfo, Angelo, Luciana, Dario, Ivana, Roberto e Francesco, mi sono recato per portare a compimento ciò che la Vergine mi aveva chiesto in occasione del precedente viaggio a Ryiad : dare impulso in questa terra e in particolare nella Città santa di Gerusalemme, venerata dalle tre comunità religiose risalenti al patriarca Abramo, alla solenne consacrazione dei popoli, delle terre e delle nazioni da lui discendenti.

Sapevo che lì la Vergine Maria (da noi venerata anche con il titolo di ‘nostra Signora di Sion’) si sarebbe manifestata … e così è stato: dapprima verso le ore 11,00  di sabato 23 gennaio, mentre, con gli altri sette rappresentanti dell’Associazione Sposa di Sion, mi ero recato presso il ‘Muro del pianto’ per recitare la suddetta Preghiera di consacrazione e inserirne il testo  tra le pietre del Muro.

E’ proprio in quel momento che Maria si è manifestata in vesti bianche (non quelle di Sposa), col capo coperto da un velo, in piedi, all’altezza della sommità del Muro di preghiera.

Manteneva un atteggiamento molto discreto, sembrava quasi preoccupata di non disturbare il clima di preghiera dei fedeli ebrei che, in gran numero, intorno a noi,  stavano recitando, secondo le loro norme e riti particolari, le preghiere del sabato mattina. In quel momento mi disse soltanto di tornare il giorno dopo, all’alba, nella Basilica del Santo Sepolcro e che lì si sarebbe manifestata.

Poco dopo, nella vicina sinagoga, dopo il canto dello Shemà Israel, rinnovavamo, tutti insieme, l’Atto di affidamento a Maria dei figli di Abramo, mentre i muezzin, a gran voce, dall’alto dei minareti invitavano alla preghiera musulmana e le campane delle chiese cristiane diffondevano il richiamo per i credenti in Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo.

La mattina seguente, dopo la celebrazione dell’Eucaristia in una cappella laterale della Basilica del Santo Sepolcro, la Vergine mi è riapparsa nel contesto di un piccolo, sporco e desolato locale accessorio della Basilica (in fondo alla navata laterale di sinistra, stando con le spalle all’ingresso della sacrestia dei frati francescani), intorno alle ore 7,30, mentre nei luoghi di culto delle varie confessioni cristiane venivano proclamate le preghiere secondo i diversi riti, senza riuscire con questo, purtroppo, a superare lo scandalo della divisione tra i cristiani, scandalo più che mai vivo e palpabile in questo luogo santo.

Maria mi è dunque riapparsa in bianca veste di Sposa, in quello squallido locale, a circa un metro da terra, mentre  ero in ginocchio, col capo coperto da una sciarpa, e mi ha comunicato il messaggio per tutta la Chiesa, da affidare al Vescovo di Milano.

Al termine di esso, conformemente a quanto preannunciatomi nell’apparizione di Ryiad, dietro a Lei  si è manifestata la presenza di Gesù; a questo punto Maria, con profonda riverenza verso il Figlio, si è fatta da parte, lasciando avanzare Gesù che, senza proferire parola, si è abbassato verso di me dandomi un leggero abbraccio, durante il quale ho potuto distintamente sentire sia il contatto delle mani che il pungere della barba ma, soprattutto, percepire una serie di sensazioni molto intense, tra cui il suo profondo amore per la Chiesa e per ogni essere umano e il suo incoraggiamento ad  amare e sostenere la sua Chiesa.

Era vestito con una tunica lunga, di color nocciola chiaro, senza cintura, i piedi erano scalzi. I suoi occhi, la barba e i capelli erano di un vivace color nero, olivastra la pelle del viso. Il tutto, a detta di chi mi attendeva fuori, è durato circa una decina di minuti.

Nel corso delle successive visite ai vari luoghi della terra santa (Betlemme, Hebron, Gerico, Qumran, Cafarnao, Nazaret, ecc.), abbiamo avuto più volte l’opportunità di rinnovare l’atto di affidamento a Maria delle terre e delle nazioni dell’area mediorientale, nella speranza fiduciosa che questo piccolo seme posto nei  luoghi centrali di preghiera delle tre comunità religiose risalenti al patriarca Abramo, possa produrre il frutto di riconciliazione e di pace atteso da Dio, mediante la solenne consacrazione che l’autorità della Chiesa universale è invitata a compiere.

A questo riguardo vi ricordo l’importanza di continuare fedelmente a pregare affinchè possa realizzarsi l’udienza col santo Padre, in modo da affidare direttamente alle sue cure di pastore universale della Chiesa di Cristo, la richiesta di Maria, nostra Signora di Sion, Madre dei figli di Abramo e Sposa della Famiglia.  

Di seguito trovate anche la bella testimonianza di Ivana sul viaggio.    

       Un saluto a tutti.                                                                    Giulio Ancona

 

Testimonianza di Ivana

Quattro ore e mezzo di volo soltanto e poi trovarsi distante anni luce dal proprio mondo, dal quotidiano, proiettati in un’altra dimensione.

Raccontare dell’esperienza in Terrasanta risulta un’impresa ardua: è possibile descrivere i luoghi, i fatti, ma come fare ad esprimere le sensazioni, le emozioni, quel senso di incredibile che ha accompagnato tutto il viaggio? Dentro di me dicevo, con quali parole risponderò a chi al ritorno mi domanderà “Allora com’è andata?” Dove posso pescarle le parole giuste?

Non è stato un viaggio solo nello spazio, non abbiamo solo cambiato luogo, l’impressione è stata di essere andati a ritroso nel tempo. E ciò particolarmente a Gerusalemme, come se 2000 anni di storia fossero annullati, passato e presente impossibili da separare. Dopo questo viaggio, meditare sul mistero del rosario in cui Gesù ha patito nell’orto degli ulivi, assume un nuovo significato; accanto alla profonda pietà per un momento, anzi per il momento più alto della sofferenza di Cristo, c’è quello più consolatorio: ”Io sono la pietra su cui appoggiarsi quando il dolore entra nella vostra vita, coraggio io ho sofferto prima di voi e la mia sofferenza non è stata vana.” Questo il significato delle parole che, attraverso Giulio, la bontà del Signore ha voluto farci comprendere, trasformando quel luogo di dolore in luogo di speranza.

E che dire degli occhi rossi di Giulio dinanzi al muro del pianto? Lì Maria ha voluto, in un’apparizione fugace, (quasi timorosa di disturbare la preghiera degli ebrei) far sapere che Dio gradisce le invocazioni e suppliche che in quel luogo s’innalzano a Lui e quale posto migliore di quello per consacrare il popolo ebraico al cuore immacolato di Maria? Ma il momento più bello, al mattino della domenica 24 gennaio, quando Maria ci aspettava alle prime luci dell’alba al Santo Sepolcro per dare un ultimo messaggio a Giulio.

E così è stato. Dopo la santa Messa, Lei è venuta e non sola, ma in compagnia del Figlio come promesso. Dopo aver lasciato il suo messaggio di grande preoccupazione per le sorti della Chiesa, ecco il momento più emozionante, quando Gesù si abbassa ad abbracciare Giulio inginocchiato lì davanti con il capo coperto dalla sciarpa.

Non ero presente in quel momento, ma l’euforia  di Giulio, il suo stupore per il luogo prescelto (una stanza spoglia, la più trascurata di quel luogo santo), ma soprattutto la sua incredulità per aver sentito pungergli il viso a contatto con la barba di Gesù, hanno reso la sua testimonianza dell’accaduto, particolarmente viva, forte, commovente.

“Il mondo di là, sembra quasi più materiale del mondo di qua” ripeteva Giulio dopo che per la prima volta aveva provato il contatto fisico con un’entità celeste (e che entità: Gesù in persona!)

E attraverso queste sue parole, ecco che coloro a cui mi rivolgo nelle mie preghiere,  mi si presentano come persone reali, più vive e presenti che mai.

Non avrei mai pensato di trovarmi a vivere un’esperienza simile, dove il soprannaturale irrompe in un modo così “sfacciato” nella mia vita. Agli eletti, ai santi, alle persone predestinate può capitare, non a me. Ci si sente come uno che ha appena vinto una lotteria miliardaria e si domanda: perché a me? Perchè Dio ha voluto che io e Dario fossimo presenti ad un avvenimento tanto eccezionale e importante? Noi, persone che di eccezionale non hanno nulla? (e qui parlo per me)

Prima di partire, consideravo questo viaggio come il compimento di una tappa importante di una vicenda straordinaria. Ora non più, dopo ciò che ho vissuto e provato in questi giorni, porto dentro questa profonda certezza: se Dio investe così tanto in questo progetto, come ho potuto constatare, quali grandi aspettative ha su di esso? L’unica incognita siamo noi uomini: sapremo accogliere e far fruttare la pioggia di Grazie, che attraverso Maria, Dio fa scendere su di noi? Sapremo essere all’altezza del compito affidatoci? Sapremo riscaldare i cuori?

Ringrazio con tutta me stessa Dio per la sua benevolenza, per il dono insperato di questi incredibili 5 giorni, per aver già esaudito una delle mie invocazioni a Lui rivolte al santo sepolcro, per aver risposto alla domanda a Lui posta con particolare insistenza (per bocca di Giulio. Senza neppure averglielo chiesto!)

Ringrazio Dio perchè in questi giorni l’ho sentito veramente vicino e ho sperimentato la grande umanità di Suo Figlio.

E dopo tanta abbondanza di doni, ecco durante il viaggio arrivare l’invito di Gesù: “Non si versa il vino nuovo in otri vecchi, altrimenti questi scoppiano…”

 

Insegnaci ad essere otri nuovi, aiutaci a non sperperare il vino nuovo che con tanta generosità hai versato in noi, là in quei luoghi in cui Cielo e Terra non sono mai stati così vicini.  

                                                                                                              Ivana